
Jonathan Stroud, Lockwood & Co. Il teschio parlante (Lockwood & Co. The Whispering Skull), Salani 2016
Seguito della Scala urlante (tradotto da Riccardo Cravero nel 2014). Ritroviamo la Lockwood & Co., la più piccola e scalcinata agenzia indipendente di caccia ai fantasmi di Londra, alle prese con il Problema (i fantasmi, appunto) che infesta la città da cinquant’anni e soprattutto con la necessità di sbarcare il lunario. Stavolta Tony Lockwood e i suoi, senza mai smettere di battibeccare fra loro e di difendersi dalle prepotenze delle grandi agenzie, se la devono vedere con lo spettro di un sinistro ladro di cadaveri e con un teschio in barattolo che sostiene di conoscere molti segreti…
La voce narrante è sempre quella di Lucy Carlyle, agente curiosa, talentuosa e poco incline alle smancerie, che oltre al caso del giorno deve gestire anche i rapporti non sempre facili con i suoi soci.
La lingua di Stroud è come al solito ironica, limpida, elegante e appuntita come lo stocco che gli agenti portano al fianco, la storia è incalzante e divertente e vi terrà svegli fino a tardi. Visto che al contrario di Lucy ogni tanto siamo inclini alle smancerie, devo avvertirvi che il rischio di prendersi una cotta adolescenziale per Tony Lockwood è altissimo.